2 | Cosa significa investire

Investire…

Se cerchiamo questo termine sul Treccani, viene citato addirittura Manzoni.

L’idea di mettere denari da parte per i tempi bui, nell’uomo, è radicata da secoli. Al pari del lungimirante scoiattolo che mette in serbo le ghiande per l’inverno, l’uomo è anch’esso spinto dall’impulso di dover creare un cuscino per quando arriverà il freddo e l’incertezza.
E, amici miei, in quale periodo di incertezza siamo sprofondati, ultimamente…

un dato che fa riflettere: The U.S. printed more dollars in June than between 1776 and 1979.

Fermatevi un attimo…respirate…e per quanto pensiate magari sia ragionevole un sistema ad inflazione controllata arbitrariamente, non potete non comprendere quanto, mai prima d’ora, sia imperativo mettere al riparo i propri sudatissimi guadagni dall’erosione della stessa. Più o meno avrete tutti presente cos’è l’inflazione: un aumento costante e generale dei prezzi, dalle materie prime sino a beni di consumo giornaliero. La stessa è frutto di una politica monetaria che di norma dovrebbe mantenerla costante e al 2%.
Un ladrocinio silente, per chi scrive, un punto che merita un approfondimento in uno dei prossimi moduli, qualora sia da voi richiesto.

Questo, a mio avviso, è il nostro punto di partenza, il primo passo nell’incredibile mondo degli investimenti.

Lasciamo stare il Manzoni e più prosaicamente definiamo l’investimento.
L’investimento è l’utilizzo di una somma in capitali o in imprese fruttifere, prodotti finanziari ecc, che generino quindi dei frutti in grado di accrescere la somma di partenza.
Questo è il concetto base. Da qui si apre un mondo di variabili che potremmo riassumere in: profilo di rischio, durata e rendimento, questi basati tutti sulle nostre aspettative e/o necessità.
Avrò quindi un orizzonte temporale sul quale strutturare i miei investimenti, un’aspettativa di rendimento e una certa tolleranza al rischio.
Non sempre il rischio và di pari passo al rendimento però.
Molti analisti finanziari vi diranno come le realtà pià solide ed affermate siano quelle anche più remunerative sul lungo periodo, e questa è spesso una domanda trabocchetto che viene posta in fase di profilatura del cliente.
Se c’è una cosa che ho imparato sul campo e nel tempo, è che il mondo che gravita attorno agli investimenti si affila ed inasprisce all’aumentare del rendimento atteso. Ergo, quando e se si voglia esulare dagli straordinari rendimenti del 2/3% di una sana diversificazione sull’azionario, le porte si spalancano a frotte di millantatori in grado di tirare fuori dal cilindro portentosi prodotti.
Ebbene, siete ad un bivio. Da una parte, andare acriticamente nella vostra banca di fiducia, parlare con il vostro direttore di fiducia e dimenticarsi di ogni preoccupazione, sempre con fiducia, apponendo qualche firma qua e là, prendendo visione di qualche scartoffia ogni e sei mesi e stop.
Probabilmente non perderete soldi, probabilmente rimarrete quelli che siete.
Dall’altra parte però, avete la possibilità di fare qualcosa di più per i vostri risparmi.
Oggi avete la possibilità di tendere la mano a professionisti comprovati, che mettono in chiaro il loro portafogli e che vi spiegano il perché di ogni operazione, condividendo quel modus operandi fino a ieri appannaggio dei soli operatori del settore.
Inoltre sempre grazie a loro, avete la possibilità di addentrarvi nel mondo del trading, con quel dettaglio e dovizia di particolari che solo i professionisti possono proporvi.
Perché, se da un lato trading e investimenti possono essere considerati antitetici, dall’altro hanno lo stesso fine: farvi guadagnare.

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